Gastone Novelli, I viaggi di Brek, Postmedia books 2021

Gastone Novelli, “giovanile, charmeur, indisponente” secondo una lucida definizione di Leonardo Sinisgalli, non sembrava neanche un artista italiano, intriso com’era di una cultura naturalmente pronta a rimettersi in gioco e a ridefinirsi ogni volta, con azzardi geniali, in ogni situazione e circostanza. Nei pochi anni di lavoro che il destino gli ha concesso – è morto, poco più che quarantenne, a fine 1968 – ha dischiuso un mondo d’esperienze lucente e bruciante come un incendio: ancora oggi, la nostra cultura gli rende omaggio, ma come tenendolo a distanza.

Novelli, I viaggi di Brek

Novelli, I viaggi di Brek

È, mutatis mutandis, come Osvaldo Licini, un altro gigante anomalo. Ora Claudia Salaris e Pablo Echaurren ripubblicano, di Novelli, il raro I viaggi di Brek, a cura di Raffaella Perna, che uscì nel 1967 da Alfieri. Novelli vi concepisce una vera graphic novel e, da frequentatore assiduo di Alfredo Giuliani e Giorgio Manganelli, oltre che di Perilli, con i quali ha fondato nel 1964 la rivista “Grammatica”, usa dei codici retorici del genere per dar corso a una destrutturazione narrativa tra feroce e delirante, affidata alla sua dote artistica principale, il disegnare.

Novelli non ha mai veramente il problema del dipingere, si pone piuttosto quello delle ragioni del segno rispetto al farsi dell’immagine, alle sue straniate capacità di pronunciare il senso e il non senso. Il fumetto rappresenta qui un’alternativa possibile al narrare ordinato, alla questione della temporalità, allo spazio e al luogo della rappresentazione: ben più, dunque, che una mera questione di identità pittorica.