Si fece carne. L’arte contemporanea e il sacro, Basilica di San Lorenzo, Firenze, sino al 9 gennaio 2016

Si comincia, noblesse oblige, con l’ex voto straordinario che Yves Klein realizzò nel 1961 per il santuario di Santa Rita da Cascia, e si indaga ancora una volta la complessità del rapporto contemporaneo tra le arti e il sacro.

Klein, Ex voto dedicato a Santa Rita da Cascia, 1961

Klein, Ex voto dedicato a Santa Rita da Cascia, 1961

Che in questi ultimi anni il tema sia tornato al centro del dibattito è un fatto: la qualità, i modi, le intenzioni, i risultati sono stati e sono assai diversi, da deludenti a efficaci.

Del resto è inevitabilmente così, anche perché l’arte di soggetto religioso ha lasciato un retaggio di iconografie e di modi che, a prescindere, sono diventati patrimonio corrente e condiviso del lessico artistico.

La mostra fiorentina allinea cose assai interessanti e opere assai più d’occasione, nate come per sfruttare un ulteriore fronte di possibile committenza. Ma le cose importanti sono diverse, da Via dolorosa di Wallinger all’ormai classico, in questo ambito, Xfiction di Gabriel, dialoganti con quelle di maestri ormai storicizzati come Vangi e Spalletti.

Raul Gabriel, Xfiction, 2008-2009, still from video

Raul Gabriel, Xfiction, 2008-2009, still from video

Non solo, e non tanto, celebrazione di valori, per gli artisti più autentici il sacro è domanda, interrogazione, viaggio: in ciò la predilezione ormai corrente per l’espressione “sacro” rispetto alla nozione di un’arte religiosa.