Hans Tuzzi, Il mondo visto dai libri
Hans Tuzzi, Il mondo visto dai libri, Skira 2014
Il bello non è passare con competenza dal Valturio alle Canevari, dalla Darlington Press a Hartmann Schedel. Per quello è sufficiente essere esperti, aver studiato molto e saper dove guardare.La cosa che rende Tuzzi un bibliofilo fuori del comune è il gusto di incrociare il racconto affinato della grande storia del libro con i Gialli Mondadori e il Manuale delle Giovani Marmotte, svariare dal bieco saccheggiatore dei Girolamini alla citazione arguta dei “bazar di Zanzibar”.
Ovvero, indicarci che la storia maggiore del libro è vita vera, che è stata vissuta come noi la nostra, che per intrattenersi con i grandi uomini e le grandi donne che l’hanno tracciata non sono necessari i “panni reali e curiali” di Machiavelli.
Che non occorre, soprattutto, metterla giù dura col cipiglio autorevole di quelli che “io le so tutte e ora vi elargisco un breve bagliore del mio genio”: per quello bastano e avanzano gli accademici boriosi, quelli che riescono a farti odiare anche Rabelais e Sterne, per dire.
Dalla A di Assassinare (per un libro) alla Z di, appunto, Zanzibar, Tuzzi allinea una serie di opere, figure e fatti notevoli della storia del libro raccontando con sprezzatura perfetta, seminando erudizione a piene mani ma, davvero, dilettandosi e dilettando, perfetto conversatore della genia di quelli che sanno divagare senza mai perdere la rotta e facendoti davvero gustare il viaggio.
E poi come non amare uno che esordisce citando questo Benjamin: “Libri e puttane si possono portare a letto”?