Bodoni (1740-1813)
Bodoni (1740-1813), Biblioteca Palatina, Teatro Farnese, Galleria Nazionale, Parma, sino al 12 gennaio 2013
Nel 1768 Giambattista Bodoni viene chiamato dal duca Ferdinando a dirigere la Stamperia Reale di Parma. Animato da idee d’innovazione, egli fa venire da Parigi sei dei tipi di Fournier e convince il duca ad avviare a Parma una fonderia di caratteri, diretta dal fratello Giuseppe. La stamperia, collocata nel Palazzo della Pilotta, inizia già nel 1769 a produrre i frutti della collaborazione con l’architetto Petitot e l’incisore Benigno Bossi con l’Ara Amicitiae. Di lì a poco disegna il proprio carattere, che annuncia in Fregi e majuscole incise e fuse da Giambattista Bodoni Direttore della Stamperia Reale, del 1771.

Andrea Appiani, Ritratto di Bodoni, 1799
Già nel 1775 esce la prima opera composta con caratteri da lui stesso incisi e fusi. La curiosità e la familiarità con le lingue orientali e in genere con le lingue esotiche, nata ai tempi della Propaganda Fide, lo portano nel 1806 a una vera e propria prova di bravura, l’Oratio Dominica, in cui il testo del Padre Nostro è stampato in 155 lingue diverse.
Più ancora che ai libri che escono dalla sua bottega, da Gli amori pastorali di Dafni e Cloe di Longo Sofista tradotti da Annibal Caro, 1786, a l’Aminta di Torquato Tasso, 1789, dall’Aristodemo, 1786, ai Versi, 1787 di Vincenzo Monti, la sua fama presso le corti e i bibliofili di tutta l’Europa è affidata ai manuali, i campionari di caratteri cui egli attende periodicamente dal 1771: del 1788 è il primo Manuale tipografico, con cento alfabeti tondi latini, cinquanta corsivi e ventotto greci. Bodoni edita ecletticamente in lingue diverse: in francese Racine e Fénelon, The Castle of Otranto di Horace Walpole e i Poems di Gray in inglese, Giuseppe Parini e Vincenzo Monti in italiano.
Passata Parma sotto il diretto dominio francese, Bodoni dedica nel 1806 a Napoleone il Bardo della Selva Nera del Monti e al vicerè Eugenio Beauharnais l’Oratio Dominica, ancora a Napoleone i tre straordinari volumi dell’Iliade greca del 1808. Per la nascita del re di Roma, nel 1811, egli realizza una vera e propria opera di virtuosismo tipografico, comparabile all’Oratio: nel Cimelio tipografico-pittorico offerto agli Augustissimi genitori del Re di Roma i quaranta Scherzi poetici pittorici di Giovanni Gherardo de Rossi vengono stampati in quaranta diversi caratteri entro il medesimo spazio.

Bodoni, Manuale tipografico, 1818
Dopo la sua morte nel 1813, nel 1818 la vedova porta a compimento l’opera maggiore di Bodoni, il definitivo Manuale tipografico, che allinea 265 pagine di caratteri romani, 125 di maiuscole, 181 di caratteri greci e orientali, 1.036 fregi, 31 contorni a pezzi mobili e 20 pagine di segni, numeri ed esempi musicali.